08/04/2021
NEL LAZIO 312.566 GREEN JOB
di Viola Lala
Nel Lazio 48.750 imprese, pur avendo il core business in attività tradizionali, hanno puntato negli ultimi 5 anni sulla Green Economy e sulla sostenibilità. Insomma su un’economia a misura d’uomo, più resiliente e competitiva, che è anche la migliore risposta alla crisi da COVID-19.
Il rinascimento dell’Italia parte da Roma. A cominciare da una gestione del lavoro e dei processi aziendali più flessibili e moderni in ottica futura, nella Capitale si sta rafforzando un importante tessuto imprenditoriale altamente innovativo e competitivo. Certo è che durante l’esperienza del Coronavirus, Roma ha superato Milano in quanto ad organizzazione e cultura aziendale. Così sostengono gli analisti di Sensoworks, la startup italiana specializzata in monitoraggio infrastrutturale supportata da piattaforme multilivello.
«Dalla costruzione di un clima di fiducia alla valorizzazione dell’adattamento e della flessibilità delle persone che condividono lo stesso ambiente di lavoro, dalla condivisione delle informazioni ad ogni livello gerarchico alla ricerca di una maggiore efficienza economica e produttiva attraverso un lavoro di squadra naturalmente portato verso l’innovazione, le aziende romane sono sempre più competitive» puntualizzano gli analisti di Sensoworks.
I fondatori dell’azienda hanno insistito fin dall’inizio sullo sviluppo di una forte cultura di base, orientata all’innovazione, alla qualità, al servizio ed alla competitività, ponendo il profitto in secondo piano e privilegiando non solo la ricerca ma anche la promozione di quei valori umani che caratterizzano il «roman way of working».
Valori che più in generale sono diffusi non solo nel Lazio ma anche in tutto il Sud Italia, tanto da portare dopo Covid-19 alla nascita ed alla rapida espansione del fenomeno del «south working», il lavoro smart dal Centro e dal Sud Italia.
E Roma è leader in questi aspetti spesso non immediatamente visibili, ma che nel Centro e Sud Italia sono più profondi e radicati rispetto al Nord Italia.
Sensoworks —tra gli attori principali di questa rivoluzione— ha la sua sede principale proprio nella Capitale.
«Di fronte a noi vi è la possibilità di vivere un vero e proprio rinascimento tecnologico attraverso uno sviluppo “più umano” di algoritmi predittivi. E noi ci siamo riusciti» sostiene orgogliosamente Niccolò De Carlo, ceo e co-fondatore di Sensoworks.
Il successo di questa strategia è arrivato rapidamente con i primi progetti di monitoraggio dinamico realizzati per Acea, Anas ed Autostrade, solo per fare alcuni nomi.
Ed ora l’azienda romana ha aperto uffici anche a Boston, da dove si propone di conquistare presto tutta l’America. Per il quartier generale Oltreoceano ancora una volta Sensoworks ha infatti preferito una città «calda» come Roma dal punto di vista umano piuttosto che puntare sulla fredda New York.
Scelte difficili, perché certo un quartier generale a Milano —così come avverrebbe nella Grande Mela— porterebbe a semplificare molte cose e consentirebbe di guadagnare di più. Ma si perderebbe parte di quell’umanesimo e di quella cultura aziendale che Sensoworks pone alla base di ogni decisione.
«Per noi l’evoluzione degli algoritmi e dell’Intelligenza Artificiale che ne è alla base deve necessariamente trasformarsi in un vantaggio per la collettività, cittadini e imprese» assicura Niccolò De Carlo.
Certo è che Roma si conferma la Silicon Valley italiana e il Lazio la regione più green. Nella nostra regione, infatti, il 13,10% della forza lavoro ha un green job.
Nel Lazio si va dunque verso una transizione ecologica a 360 gradi che riguarda imprese di ogni dimensione interessate a ricostruire una società in cui vengano realizzate riforme benefiche per l’ambiente, a vantaggio di tutti. E questo cambiamento di rotta non solo consentirà di costruire le basi per un futuro migliore per le generazioni dei nostri figli e dei nostri nipoti ma consentirà anche di fermare il ciclo della bassa crescita in un momento in cui il COVID-19 ha messo l’intera umanità davanti ad un problema di portata gigantesca, mostrando tutta la debolezza del nostro sistema nel cercare di affrontarlo.
Già prima del Coronavirus vivevamo in un pianeta in grande sofferenza ed in questo scenario dove la terra fatica sempre di più a sostenere l’impatto dell’uomo è ormai inevitabile un cambio di rotta: un percorso di crescita che investa nella trasformazione del nostro modello di sviluppo in un modello di sviluppo sostenibile. E il Lazio potrà esserne il paradigma.